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mercoledì 14 novembre 2012
Recensione del film "V per Vendetta" di James McTeigue
By Giulia Greggio - Mi permetto oggi di sottrarre qualche minuto al vostro prezioso tempo per soffermarmi con voi su questo film di James McTeigue (che aveva già rivestito il ruolo di collaboratore in diverse altre produzioni cinematografiche fra cui, per esempio, la trilogia di Matrix dei fratelli Wachowski) uscito nel 2005, che gode già, in realtà, di una certa fama e che è, a mio parere, più che mai attuale in anni come quelli che stiamo attraversando, che trasudano incertezza e che suscitano leciti dubbi in ciascuno di noi.
Si tratta, infatti, di un lungometraggio di rara bellezza, ambientato in un'Inghilterra buia, corrotta, diventata ormai uno Stato totalitario in cui la libertà e la giustizia sono solo ricordi sempre più lontani e sfumati, vacue parole prive di qualsiasi valore o riscontro concreto nella realtà quotidiana, realtà divenuta a causa del regime dittatoriale imposto dal cancelliere Sutler (John Hurt) dannatamente opprimente e insopportabile.
Tuttavia, solo una persona ha l'ardire di respingere questa silenziosa sottomissione e di ribellarsi: un uomo che non ha più nulla da perdere, un uomo a cui un tempo furono tolti nome e dignità e la cui rabbia può trovare consolazione esclusivamente nella vendetta.
Identificato soltanto dalla lettera "V" (intorno alla quale ruota gran parte del film) e da una maschera che riproduce le fattezze di Guy Fawkes, (uno dei cospiratori cattolici inglesi che furono giustiziati nell'Old Palace Yard per aver tentato di far esplodere il Parlamento all'interno del quale si riunivano i Lord e il sovrano stesso, re Giacomo I) il protagonista desidera ardentemente redimere l'Inghilterra dallo stato di decadenza in cui versa già da troppo tempo, "riportando alla mente il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri (Gunpowder Plot) contro il Parlamento".
Ma un imprevisto fa irruzione prepotentemente nella sua vita,fino a quel momento marcata a fuoco solo dall'odio e dal dolore: il suo destino incrocia quello di Evey Hammond (una fantastica Natalie Portman), figlia di attivisti politici purtroppo deceduti, capace di sconvolgere l'esistenza di V a tal punto da indurlo a interrogarsi intimamente sulla sua natura e sull'efficacia di una vendetta pianificata da anni.
Ma, al di là dell'intensa storia d'amore fuori dal comune che nasce tra i due, al di là della bravura degli attori designati dai responsabili per la scelta dei membri del cast per interpretare le varie parti richieste dal film (eccezion fatta per l'ispettore Finch, ossia Stephen Rea nella realtà, che è incapace di qualsiasi forma d'espressività e al quale non andava assegnata, secondo la mia opinione, una parte importante quale quella che ha invece ottenuto), ciò su cui va focalizzata l'attenzione è il valore che viene attribuito alle idee.
E' per un'idea che Guy Fawkes venne giustiziato, nel 1606; è per un'idea che V perde la vita, nonostante essa avesse acquistato improvvisamente una grande importanza dopo l'avvento di Evey; è a causa delle loro idee idee e dei loro stili di vita innocui che centinaia, migliaia di musulmani, omosessuali e via dicendo sono stati espulsi dal Paese o condannati. Ed è stata la mancanza di idee da parte della popolazione, dovuta alla paura e alla confusione per quanto stava accadendo, a permettere ad un uomo quale il cancelliere Sutler di salire al potere.
Nella società odierna si tende a considerare le idee come qualcosa di astratto e di conseguenza di irrilevante; ciononostante, come viene sottolineato nel film, esse sono immortali, a differenza degli uomini, fallibili.
Esse stanno alla base di tutto ciò che conosciamo: senza idee non sussisterebbero il progresso e l'evoluzione. Sono ciò che conferiscono dinamismo ad una civiltà che sarebbe altrimenti statica e immobile nel tempo; rappresentano ciò per cui gli uomini sarebbero disposti a sacrificare le proprie vite.
Chi si vota ad un'idea, ne viene assorbito e ne condivide l'immortalità. Un'idea è il primo passo verso un cambiamento, una presa di posizione concreta e significativa.
Come potete dedurre da voi, le idee sono paradossalmente quanto di meno astratto possa esistere.
Anche per questo ritengo che "V per Vendetta" di McTeigue sia degno di visione: non potrete che rimanere colpiti dalla forza inaspettata e travolgente delle idee.
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A mio parere uno dei film più sopravvalutati della storia recente. Belle le idee (vabbeh, basta vedere da che bel fumetto provengono) ma purtroppo portate avanti in maniera troppo facilona.
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