By Diletta Demartini - Si produce troppo, si spreca troppo. Un paradosso se riflettiamo sulla situazione di crisi in cui ci troviamo. Continuiamo a pensare a quando finirà, ma nel frattempo non potremmo iniziare a darci da fare anche noi nel nostro piccolo?
Lo scorso 9 Novembre presso l’Aula Magna del plesso Balbo si è tenuta una conferenza circa lo spreco del cibo. A darci suggerimenti semplici e pratici è stato Andrea Segrè, docente universitario della facoltà di agraria di Bologna. Mi sono sentita particolarmente coinvolta, visto che il progetto Colibrì, di cui faccio parte e che è il vero motivo per cui abbiamo avuto la gradita visita dello stesso Andrea Segrè, sotto le brillanti direttive del professor Meni, quest’anno tratta lo spreco di energia, ma anche del cibo. In realtà è riuscito a catturare la mia attenzione non solo per questo motivo, ma anche perché con un percorso semplice e chiaro è riuscito a spiegarci come funziona il mercato al giorno d’oggi, a individuarne i problemi e proporci consigli per risolverli. Ciò che ha distinto questa dalle altre mille conferenze a cui ho assistito in questi due anni, è forse il fatto che ci ha proiettati direttamente davanti a qualcosa che ci è vicino tutti i giorni, ma su cui quasi mai nessuno si sofferma, a partire da quelle valanghe di cibo che vengono gettate solo perché un’etichetta ha deciso che da quel giorno il prodotto non si può più consumare. Specificando che ovviamente è dannoso consumare qualcosa di scaduto, ha messo a punto il fatto che parecchi alimenti si mantengono anche oltre, come il classico esempio dello yogurt. Ha fatto sorridere l’intera Aula Magna la insolita gara che mette in atto con un suo amico: chi riesce a mangiare lo yogurt “più scaduto”! E se siamo così distanti dalla sua data di scadenza, da non riuscire proprio più a mangiarlo? Di sicuro non lo buttiamo, ma lucidiamo tutto l’ottone che abbiamo in casa! Acuta e interessante, invece, la sua osservazione sulla parola “DENARO”, nient’altro che l’anagramma di “DONARE”. Dal momento in cui ha pensato che ci fosse uno strano legame tra quelle poche lettere, ha capito che tutto stava lì, che la soluzione era lì. E così è nata quella che potremmo definire la “teoria del dono”. Vi ricordate lo yogurt di prima e gli altri infiniti prodotti con le stesse qualità? Perché buttarli via, quando possono essere oro per altri? Dopo una battaglia durata circa 3 anni con l’ASL per dimostrare che tutto quel cibo poteva ancora essere consumato, oggi una miriade di alimenti in via di scadenza vengono tolti dagli scaffali dei supermercati e regalati a chi ne ha bisogno. Economia e dono, come spiega Segrè, seppur possa sembrare un ossimoro, possono coesistere. Dopo un paio d’ore il nostro brillante incontro era già terminato, ma con una manciata di dritte in più rispetto a prima.
Ragazzi, spronate i vostri insegnati a portatvi ad assistere a quante più conferenze possibili, ma non solo con l’intento di perdere qualche ora di lezione: qualche volta possiamo uscirne con una marcia in più!
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