By Diletta Demartini - L’indifferenza. Talvolta anche la maleducazione. A malincuore spesso ho riscontrato queste qualità nelle persone che ho incontrato sabato 24 Novembre al centro commerciale Ipercoop durante il Banco Alimentare, iniziativa indirizzata a raccogliere cibo per le famiglie più povere di
Casale e dintorni.
Eravamo oltre 60 volontari: chi davanti alle casse recuperava i sacchetti gialli con gli alimenti,
chi li catalogava e chi, come me, bloccava la gente all’entrata per spiegare il progetto. Alcuni
nemmeno prestavamo qualche secondo del loro tempo per capire che cosa ci facevano tutti
quei ragazzi, rigorosamente dotati di pettorina gialla, in giro per il centro commerciale; altri,
invece, rispondevano “no” a priori, e magari anche maleducatamente. Poi c’erano quelli con le
scuse banali, del tipo “ho già fatto questa mattina” o “entro, ma non faccio la spesa”. Possibile
che non facessero la spesa anche quelle persone che entravano con il carrello??? Una coppia mi
ha particolarmente fatto sorridere: rigorosamente dotati di carrello, forse non essendosi messi
d’accordo sulla scusa da usare, hanno detto contemporaneamente le due motivazioni appena
riportate!
Fortuna che i clienti dell’Ipercoop non sono tutti uguali. Tuttavia, infatti, molti si interessavano a
quello che avevamo da proporre loro e con un sorriso prendevano il sacchettino e ci garantivano
l’acquisto di alcuni prodotti, ma con un sorriso ancora più grande li ringraziavamo noi, felici che
con quella pasta, olio, tonno in scatola o salsa di pomodoro (ecco gli alimenti che sono stati
raccolti in maggior quantità), qualcuno si sarebbe potuto sfamare. A dimostrazione del fatto che,
nonostante le parecchie eccezioni, molti clienti sono stati di gran lunga generosi è che, andando
contro tendenza rispetto alle percentuali di cibo raccolto tendenzialmente minori rispetto al 2011
nelle altre città, i casalesi hanno avuto un’impennata del 5%.
Credo che il costo di una bottiglia d’olio o di un pacco di zucchero non cambi la vita a nessuno,
ma possa aiutare quella di qualcuno. Ognuno, nel suo piccolo, può dare il proprio contributo per
essere vicini a quelle persone che in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo faticano
spesso a comprarsi cibo per vivere. Sono quindi assai felice di aver dedicato un pomeriggio
insieme agli altri numerosi studenti, avviati a quest’iniziativa grazie alla professoressa Canepa
e al professor Scagliotti, per sensibilizzare la gente alla situazione critica in cui molte famiglie si
trovano.
La mia è stata sicuramente un’esperienza positiva, che ripeterei in qualsiasi momento. Non solo
ho avuto modo di collaborare, ma ho avuto anche l’occasione di farmi qualche risata. Per questo
motivo, invito tutti a partecipare attivamente ai progetti con scopo benefico.
Nonostante qualcuno ci abbia qualche volta risposto sgarbatamente, nonostante qualcuno non ci
abbia neanche considerati, non ci siamo demoralizzati e alla prossima occasione saremo ancora lì,
a convincere i più restii e ringraziare tutti calorosamente.
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