venerdì 9 novembre 2012

Cosa leggere e perché!

By Diletta Demartini - Forse non vi soffermerete troppo frequentemente sulla sezione “Libri” di Blagazine, perché siamo già sormontati da volumi su cui, volendo o no, passiamo una buona parte del nostro tempo. In alcuni casi, ci assegnano pure un paio di romanzi, gialli, storie d’avventura o fantasy, da leggere ogni mese.
E allora perché andare alla ricerca di altre pagine a cui dedicarsi? Perché aumentare la mole di lavoro? Perché se quello che ci scorre sotto gli occhi ci appassiona, non è un lavoro, un peso, bensì un passatempo piacevole, che ci permetterà di conoscere nuove realtà e nuove storie o di valutare aspetti con un’altra ottica.
Pensiamo poi a quei libri che non ci verrebbe mai in mente nemmeno di aprire, se non perché è stata la scuola a dirci di farlo, magari quelli di autori che, seppur non siano così distanti da noi, ci sembra sempre che abbiano idee troppo lontane dalle nostre o argomentazioni tediose. A volte, però, basterebbe partire con un altro spirito e senza pregiudizi.
Di recente mi sono immersa ne “Il cavaliere inesistente” scritto da Italo Calvino nel 1959. Il pratogonista è un guerriero che non c’è! Dentro alla sua bianca armatura, infatti, non esiste nessun corpo. Egli assunse il titolo di “cavaliere” solo dopo aver salvato una fanciulla, Sofronia, dall’abuso di due briganti, tema che occuperà gran parte del romanzo. Per la sua precisione in tutto e il suo carattere pignolo, non è ben visto dagli altri paladini. Gli altri personaggi principali sono Gurdulù, scudiero del protagonista, e Rambaldo, entrato nella battaglia dei Franchi per vendicare la morte del padre con l’intenzione di uccidere il suo assassino e che si innamora di Bradamante, guerriera che l’aveva protetto durante un combattimento e a sua volta innamorata di Agilulfo. Un giorno il giovane Torrismondo rivela che sua madre è Sofronia, la ragazza salvata da Agilulfo quindici anni prima. Quest’ulimo, sbigottito, vuole dimostrare che si merita il suo titolo, che dev’esserci sicuramente una spiegazione e che aveva salvato la verginità di quella fanciulla. Così Bradamante, Rambaldo e Agilulfo partono alla ricerca della donna e Torrismondo alla ricerca del padre, appartenente all’Ordine dei Cavalieri del Santo Graal. Trovata Sofronia dopo esser passato per tanti luoghi, Agilulfo la lascia in una caverna e corre ad avvisare Carlomagno. Nel frattempo Torrismondo giunge nella medesima caverna e, non conoscendosi e non sapendo di essere madre e figlio, vengono travolti dall’amore. Sembrerebbe un incesto, ma… se vi dicessi cosa si scoprì quel giorno, perdereste il gusto di leggere il finale sorprendente di questo romanzo!
Una discreta recensione richiederebbe almeno l’analisi del narratore, ma anche la scrittrice del libro, apparentemente una monaca, rivelerà una doppia personalità che andrà ad intreccessarsi con la conclusione della storia.
Vi posso assicurare che pagina dopo pagina avevo sempre più voglia di scoprire cosa celavano le successive. Sapevo che doveva esseci una spiegazione a tutto, ma ogni volta che pensavo di aver capito, la riga seguente sconvolgeva le mie idee!
Mai avrei pensato di leggere un libro di Calvino di mia iniziativa, avrei scelto qualcosa di Alessandro d’Avenia o Massimo Gramellini, eppure ho avuto la dimostrazione che ogni libro, ogni scrittore ha qualcosa di orginale da trasmettermi e un’avventura da aggiungere al mio bagaglio di letture.
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria!Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Babele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la letteratura è un’immortalità all’indietro” (Umberto Eco).

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