giovedì 7 febbraio 2013

Eroina casalese durante l'antisemitismo

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By Diletta Demartini - Shoah, olocausto o sterminio degli ebrei. Sono tra le parole forse più trite del nostro vocabolario, soprattutto in questo periodo. Ci sembrano argomenti così conosciuti perché ripetuti sui nostri libri, riportati sui giornali, menzionati in televisione, ma allo stesso tempo ci sembrano fatti lontani da noi sia cronologicamente sia per quanto riguarda i luoghi, poiché siamo portati a pensare ai campi di concentramento solo in Polonia o in Germania.
In realtà le storie intricate, complicate, sofferte, strazianti e più emozionanti probabilmente non le conosceremo mai, o avremo l’opportunità di averne accesso solo in minima parte. Una di queste storie è così vicina a noi da sfiorarci quasi e farci venire i brividi.

Tra le iniziative che la scuola ha proposto in ricorrenza della Giornata della Memoria, troviamo una sorta di film piuttosto breve ma assai significativo che riguarda l’eroismo di una signora di Casale.

Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale a Torino trascorrevano i loro giorni in un orfanotrofio alcuni bambini ebrei, finché sono iniziate le leggi razziali, l’antisemitismo, l’odio e tutto ciò che di più tragico esista. A tutto questo si aggiungano i ripetuti bombardamenti, la paura, il pericolo per la vita di molti, tra cui quella di quei bambini. La direttrice, donna severa e rigida, in realtà aveva una favolosa qualità: una grandezza d’animo infinita. Decise che doveva portare in salvo quei ragazzi e si rivolse alla comunità ebraica di Casale Monferrato.

I bambini, poi, trovarono ospitalità presso una signora, che li tenne nascosti, grazie anche alla complicità dei vicini di casa. Infatti è da ricordare che per ogni ebreo denunciato si otteneva una somma in denaro che avrebbe fatto sicuramente comodo a chiunque, se si pensa anche che era periodo di guerra e quindi di ristrettezze. La signora convinse i vicini dicendo di considerare quelle anime innocenti come fossero stati figli loro.

Oggi il suo nome è inciso a Gerusalemme tra i “Giusti tra le Nazioni”. E’ solo un esempio di tutte quelle persone che rischiando la propria vita ne hanno salvate molte altre, senza badare a un possibile guadagno monetario e lasciando prevalere il coraggio sul timore.

Eroi. E’ così che devono essere definiti.

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