by
Gabriele Toso
Riccardo
Abate è nato a Casale il 9 maggio 1999. Vive a Moncalvo ed è uno
spadista di livello internazionale. Ha iniziato a tirare di scherma a
4 anni. Frequenta la prima Liceo Classico all’Istituto Balbo di
Casale Monferrato. Blagazine lo ha intervistato per voi...
Partiamo
dalla tua esperienza sportiva più importante. Nell’agosto di
quest’anno sei stato alle Olimpiadi giovanili di Nanjing, in Cina.
Come giudichi la tua partecipazione?
R:
È stata sicuramente una bella esperienza perché le Olimpiadi,
seppur giovanili, sono sempre un traguardo importante. Sono riuscito
a conoscere meglio altri sport e gli atleti che li praticano. Per
quanto riguarda la mia gara non posso dire che sia andata benissimo,
però è stata costruttiva perché ho combattuto contro il campione
del mondo in carica e con il ragazzo che ha poi vinto le Olimpiadi.
Contro quest’ultimo sono riuscito ad andare sul 12-12, ma nel tiro
di spareggio ho perso. È stato però bello sapere che posso
giocarmela anche con ragazzi molto forti.
Speri
di gareggiare un giorno a un’Olimpiade non giovanile? A quale?
R:
Se andasse tutto bene a diciassette anni potrei entrare a far parte
di un corpo militare per essere stipendiato. Potrei poi puntare alle
Olimpiadi di Tokio 2020 perché avrei già 21 anni. Devo però
ammettere che nei maschi la competitività è di gran lunga maggiore
rispetto alle ragazze, quindi forse dovrò aspettare fino al 2024.
Perché
fra le tre armi della scherma (fioretto, sciabola e spada) hai scelto
quest’ultima?
R:
Ho iniziato con la spada e a Casale ci sono solo allenatori di spada.
Credo anche che la spada sia l’arma più completa.
Talvolta
accade che un allenatore cambi ruolo a un calciatore, e anche fra i
nuotatori un ranista può diventare un dorsista e viceversa. Fra gli
schermidori sono frequenti i passaggi da un’arma all’altra? E tu
cambieresti mai?
R:
Io non cambierei mai, anche se una o due gare vorrei disputarle con
un’altra arma, giusto per curiosità. Un allenatore di spada
sponsorizzerà sempre la spada, lo stesso vale per fioretto e
sciabola. Non sempre quindi si guarda l’abilità dell’atleta, ma
la volontà del suo allenatore.
La
scherma è uno degli sport in cui la pressione si fa sentire di più.
Come riesci a vincerla?
R:
Sono sempre molto concentrato prima di un assalto. Il più delle
volte conosco le abitudini di quell’avversario perché l’ho già
studiato. Inoltre mi capita spesso di urlare tra una stoccata e
l’altra, per scaricare la tensione.
Nel
tuo ambiente hai un soprannome?
R:
Che io sappia no. Mi piacerebbe però averne uno.
Racconta
la tua giornata-tipo.
R:
Mi sveglio sempre presto per andare a scuola, ciò nonostante spesso
arrivo in ritardo. Finite le ore di scuola esco, mangio qualcosa,
studio e alle 3 parto per andare a Torino, dove mi alleno. Dalle 4
alle 5 faccio preparazione atletica in palestra con i pesi, dalle 5
alle 6 svolgo lezione individuale con il mio maestro, dalle 6 alle 7
ritorno in palestra per un po’ di ginnastica aerobica, infine dalle
7 alle 8 faccio qualche piccolo assalto di allenamento con i miei
compagni. Ogni sera torno a casa tardi, giusto in tempo per andare a
dormire.
Dopo
la scuola e lo sport, quanto tempo rimane per la vita privata? Riesci
a frequentare gli amici, uscire con una ragazza o anche solo fare una
partita alla Playstation?
R:
Ho una ragazza che tira di scherma nel mio stesso gruppo, perciò la
vedo molto spesso e riesco anche a uscirci insieme. La maggior parte
dei miei amici sono in classe con me oppure sono nella mia squadra,
quindi riesco a frequentarli abbastanza. La playstation non mi piace,
personalmente la trovo una perdita di tempo.
Quando
sei in pedana, di fronte a un avversario molto forte, qual è il tuo
sentimento prevalente?
R:
Nella spada, più che nelle altre armi, tutto può succedere. Un
atleta molto forte può non riuscire a superarne uno più debole. Per
questo motivo è bene essere sempre super concentrati. Non bisogna
essere presuntuosi, né sentirsi battuti in partenza.
Hai
mai “odiato” un atleta? E al contrario possono nascere amicizie
tra avversari?
R:
Rispondo sì a entrambe le domande. Gli avversari che più odio sono
quelli che, anche senza essere riusciti a ottenere grandi risultati,
si montano la testa credendosi invincibili. Le amicizie tra atleti
sono molto frequenti. Personalmente, prima di una gara dedico almeno
mezz’ora a salutare tutti gli avversari, gli arbitri e gli
allenatori che conosco.
Vuoi
dare un paio di consigli a un bambino che voglia iniziare a tirare di
scherma?
R:
Per praticare questo sport devi innanzitutto avere molta pazienza. I
primi anni sono i più noiosi, perché bisogna imparare tutte le
tecniche. Quando però inizi ad avere uno stile personale comprendi
che le tue fatiche sono state ripagate.
Che
cosa farà da grande Riccardo Abate?
R:
La mia idea è entrare a far parte di un corpo militare per
continuare questo sogno. Quello che farò in futuro è ancora un
mistero…