By Giada S. Deregibus - La dottoressa Daniela Degiovanni ha tenuto una conferenza sull’amianto nell’Aula Magna del plesso Lanza, con l’intenzione di spiegare a fondo quali siano le caratteristiche dell’amianto a livello medico. La dottoressa, oncologa specializzata nella fase finale della vita di un malato di mesotelioma, si è laureata nel ’77 e dall’anno successivo ha cominciato a occuparsi del problema Eternit, che caratterizza da decenni la città di Casale Monferrato.
L’amianto si presenta come una fibra subdola e visibile solo al microscopio, che penetra nelle vie aeree e raggiunge i polmoni, creando danni inimmaginabili fino a portare malattie quali il mesotelioma pleurico e peritoneale, l’asbestosi e le placche pleuriche. Sottolinea, la dottoressa Degiovanni, il fatto che oggi i casi di asbestosi stiano diminuendo drasticamente, essendo caratteristici principalmente dei lavoratori dell’Eternit e di pochi altri che vivevano a contatto con la fabbrica.
Il tasso del tumore polmonare, invece, sta drammaticamente crescendo, tanto che nei prossimi dieci anni si raggiungerà un picco del numero di malati, che poi si stabilizzerà fino a scendere gradualmente nel giro di qualche decennio.
Non essendoci poi, a oggi, terapie efficaci nella cura contro questo tipo di tumore, bisogna occuparsi del malato e della sua famiglia sia da un punto di vista medico, sia psicologico: infatti, ci si ammala prima di paura che di mesotelioma- come la dottoressa Degiovanni puntualizza. Esistono alcune associazioni specializzate nell’aiuto e nel sostegno per questo tipo di malattia: VITAS, associazione di volontari che si offrono di seguire a casa il paziente; HOSPICE, una struttura di degenza per i malati in fase avanzata che non possono restare nelle loro abitazioni. Viene, allora, riprodotto l’ambiente familiare in modo che sia il più verosimile possibile, per garantire al malato dignità e rispetto.
In ogni caso, però, è necessario comprendere che “la verità è un diritto inalienabile” e va rispettato, coinvolgendo sempre il paziente in modo da renderlo responsabile delle scelte difficili che deve compiere nel suo percorso.
Oltre all’aspetto medico, bisogna continuare a premere sul tasto della responsabilizzazione dei cittadini: campagne informative, divulgazione di dati e ricerca sono elementi necessari che devono spronare i cittadini a denunciare accumuli di amianto in modo che le opere di bonifica li mettano in sicurezza prima dello smaltimento. La salute è un nostro diritto, perciò dobbiamo essere i primi a preoccuparcene.

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