Da sempre ignorati, operano costantemente nella produzione di ossigeno
Il
polmone verde della Terra è stanco. L’opera di deforestazione e bonifica
dell’Amazzonia ha ridotto la sua superficie di un quinto rispetto a quella di qualche secolo fa rendendola più
debole e non più in grado di stare al passo
nella trasformazione in ossigeno dell’anidride carbonica prodotta sempre
in quantità maggiore dall’uomo. Inoltre
è noto che la fotosintesi clorofilliana degli alberi avviene principalmente
solo di giorno, mentre di notte pure le piante per via della respirazione
cellulare emettono anidride carbonica.Da dove
deriva dunque tutto l’ossigeno che rende possibile la vita quotidiana di sette
miliardi di persone e di tutti gli altri miliardi di organismi che popolano il
pianeta?La risposta ci arriva dai ricercatori del MIT, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, che hanno scoperto che una grande porzione dell’ossigeno che respiriamo è prodotta da cianobatteri, minuscole alghe blu-verdi, che popolano le acque (si stima che ce ne siano più di centomila in un millimetro d’acqua degli oceani [fonte Il corriere della sera, ”Quelle creature che rendono possibile la vita” di Boncinelli]) e che producano ossigeno con un continua funzione clorofilliana, riversandolo nell’acqua da dove poi evapora e va a costituire un ingente parte della nostra atmosfera.Sebbene questa notizia coglie di sorpresa molti di voi, la scoperta risale a qualche decennio fa. Il fatto è che scoperte di carattere scientifico come queste non occupano mai le prime pagine dei giornali e non vengono neanche diffuse in modo massiccio nei giornali. Sono fondamentali per capire chi siamo e da dove veniamo, tuttavia occupano inserti successivi alla politica e allo spettacolo. Questa però non è la sede per discutere telecomunicazioni. La vera notizia è, infatti, che questi piccoli batteri hanno anche un’importante funzione nella produzione di materiale organico, inclusi RNA e DNA. Infatti, sempre i ricercatori del MIT hanno scoperto che rilasciano nell’acqua “vescichette” che hanno un diametro di un centesimo di capello, e sono in tale numero da trasportare complessivamente tonnellate di carbonio, che nutre una gran varietà di esseri acquatici e costituisce gran parte del carbonio che si genera e si rigenera nel nostro pianeta.Questa scoperta, pubblicata sulla rivista “Science”, assume proporzioni gigantesche se si pensa che queste vescicole di cui non ci è ancora ben noto il funzionamento costituiscono la più grande “dispensa” del mondo di materiale organico di facile utilizzazione e di ossigeno. Dunque la vita affonda le sue radici nel piccolo. Dagli oceani è nata e ogni giorno dagli oceani ne trae sostentamento.

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